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ELENA MAGINI

 

In occasione Della Notte del contemporaneo tenutasi a Firenze nel mese di Giugno 2011, Chorri Espone all’event room Lumen, e la sua mostra riscuote interesse di stampa , media e critici d’arte, che di lui hanno scritto:

 Per Chiorri è fondamentale la dimensione autobiografica del proprio lavoro. Ogni opera - figurativa o astratta, pittorica o digitale - lo ritrae, presenta cioè da un lato la propria personale ricerca, dall’altro la dimensione intima e privata dell’individuo. L’autospoliazione, caratteristica di ogni presentazione pubblica, si carica qui di valenze connesse al privato percorrimento di Chiorri, per il quale l’urgenza creativa necessita costantemente di estrinsecarsi, dando luogo ad un confronto con dinamiche ad essa esterne.

Il processo di costruzione dell’immagine di sé, in parte ascrivibile ad ogni opera d’arte, nei lavori di Chiorri risulta fondante. Sia la titolazione impiegata, sia i soggetti rappresentati, concorrono a mettere in evidenza il percorso interiore dell’artista, reso qui ancora più esplicito dal continuum espositivo, che richiama l’idea di una mutazione, di un cambiamento di stato. Tale procedimento evolutivo è ottenuto non solo grazie alla relazione che si instaura tra le singole opere in mostra, ma anche attraverso i soggetti rappresentati: volti e figure umane che emergono gradualmente dal fondo, che si esibiscono in pose contratte, prendendo lentamente possesso dello spazio di rappresentazione. Uno sviluppo, questo, che viene altresì esplicitato nel passaggio dalla condizione di limite, inteso sia in senso fisico che psicologico, dell’opera che apre il ciclo - Inscatolato (2011) - al senso di emancipazione e consolidamento manifesto nella grande tela Evoluzione (2011), che suggella il percorso espositivo. Qui l’ambivalente rapporto tra le figure è volto a sottolineare la possibilità di crescita del singolo e di progresso personale, anche in virtù della relazione che si instaura con l’altro.

Se nella sua precedente produzione Chiorri ha impiegato principalmente oggetti di riuso - tavole,vecchie finestre, pannelli di plexiglass nella serie Windows (2006) - svuotati della loro funzionalità originaria attraverso una manipolazione pittorica e coloristica volta alla creazione di immagini generalmente non figurative, in questi ultimi lavori si assiste a due variazioni sostanziali: l’impiego della tela e l’inserimento della figurazione nella rappresentazione. Il ricorso alla tela, supporto pittorico per antonomasia, non va letto però come tentativo di far propri componenti normalizzanti della pratica artistica, quanto piuttosto come un’appropriazione di elementi linguistici “altri” e, essenzialmente, come un’ulteriore modalità di sperimentazione. Chiorri in questo senso presenta un “bulimico” senso creativo, grazie al quale ogni materiale, supporto e tecnica divengono funzionali ai modi dell’espressione di sè.

Nelle tele presentate si perde lo stridore coloristico tipico delle serie precedenti, accordandosi a soggetti connessi ad una maggiore emotività e introspezione. Si tratta perlopiù di volti e corpi umani, realizzati a tecnica mista fra acrilici, carboncino e smalti, nei quali la matericità è costantemente esibita, contestualmente ad una resa incerta di contorni e figure. Il corpo umano perde la dimensione ibrida, robotizzata e deformata caratterizzante la serie OGM (2010) - dove l’elaborazione digitale dell’immagine era funzionale all’idea di frammentazione e perdita di definizione corporea - per dare origine ad un “racconto”, la cui forza espressiva è costituita principalmente dal tessuto narrativo interno ed esterno all’opera.

La mancanza di definizione e nettezza nella resa pittorica dei volti non nega di fatto la loro presenza, ma ne amplifica il movimento di “presentazione” ed “epifania”. Nel venire alla luce, le immagini di Chiorri si caricano allo stesso tempo di una dimensione atemporale e di una definizione simbolica, capaci, nella rappresentazione del singolo , di assumere toni e valori condivisi.

 

Elena Magini

Responsabile didattica presso EX3

centro per l'arte contemporanea-Firenze

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