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SONIA ZAMPINI

 

La traccia, il segno, è esclusivamente ciò che resta. La storia è poi materia antica, legno odoroso di tempo che ha chiuso e sigillato le nostre case, aperto e annunciato la nostra presenza. Questo è il supporto, la materia di base, il luogo di memoria dove la presenza contemporanea è espressa dal colore e dal gesto dell’artista. Windows è finestra, concetto, suono dalla musicalità avveniristica, luogo pionieristico del contemporaneo. È sottolineare, in una fuga ansiosa di esistere, la propria presenza, che non vuole conoscere la dispersione concettuale ed esistenziale del “windows” via etere, ma, al contrario, è definizione, confronto, affermazione della storia. Quest’ultima è traccia di colore e di segno, testamento calligrafico, continuazione e prolungamento di sé, talvolta sintesi minuziosa che regge l’urlo di un colore estremo. Violento. 

Il denominatore comune, di tutte le opere pittoriche dell’artista, tra cui gli acrilici su tavola, è l’informale, erede di una lunga storia, che conosce la sua valenza segnica, materica e gestuale. Ma l’approccio è testamento vivo. Non la ripetizione, talvolta scontata di nozioni comuni, ma la voglia, sempre contemporanea a sé stessa ,di esprimersi, con forza, rincorrendo continuamente l’idea di esistere, aggrappandosi all’idea stessa, e graffiando, con il colore, la materia.

Windows è lo spazio fisico di una immagine interiore, l’apertura di una visione che concreta si mostra ai nostri occhi. È il panorama esistenziale che l’artista ci concede.  Il nostro osservare  è la sintesi della scoperta, il principio di dialogo aperto sulla matrice chiusa di una esistenza  che si racconta.

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